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autore
brano
 
Cicerone
I doveri, I, 94
 
originale
 
[94] Huius vis ea est, ut ab honesto non queat separari; nam et quod decet honestum est et quod honestum est decet. qualis autem differentia sit honesti et decori, facilius intellegi quam explanari potest. quicquid est enim, quod deceat, id tum apparet, cum antegressa est honestas. Itaque non solum in hac parte honestatis, de qua hoc loco disserendum est, sed etiam in tribus superioribus quid deceat apparet. Nam et ratione uti atque oratione prudenter et agere quod agas considerate omnique in re quid sit veri videre et tueri decet, contraque falli, errare, labi, decipi tam dedecet quam delirare et mente esse captum; et iusta omnia decora sunt, iniusta contra, ut turpia, sic indecora. Similis est ratio fortitudinis. quod enim viriliter animoque magno fit, id dignum viro et decorum videtur, quod contra, id ut turpe sic indecorum.
 
traduzione
 
94. Essa ? tale per sua natura che non pu? separarsi dall'onesto: poich? ci? che ? decoroso ? onesto e ci? che ? onesto ? decoroso; e la differenza che passa tra l'onest? e il decoro, ? pi? facile a intendere che a spiegare. In verit?, tutto ci? che ha il carattere del decoro, non appare se non quando lo precede l'onest?. Ecco perch?, non solo in questa parte dell'onest?, della quale dobbiamo ora trattare, ma anche nelle tre precedenti si manifesta il decoro. Il sapiente uso della ragione e della parola, il meditare ogni azione, e in ogni cosa cercare e osservare la verit?, e ad essa attenersi, ? decoroso, mentre al contrario l'ingannarsi e l'errare, il cadere in fallo e il lasciarsi raggirare ? altrettanto indecoroso quanto l'uscir di strada e uscire di senno; e cos? ogni azione giusta ? decorosa, e ogni azione ingiusta, com'? disonesta, cos? ? anche indecorosa. Allo stesso modo si comporta la fortezza: tutte le azioni generosi e magnanime appaiono degne dell'uomo e decorose: le azioni contrarie, invece, come sono disoneste, cos? offendono il decoro.
 

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